Tornei GiovaniliReport dal Selis 2019

4 Giugno 2019

Cosa ci ha detto il Torneo Selis? Sicuramente ha confermato l’importanza della competizione gallurese diventata ormai un vero e proprio mundialito per club per la categoria Under 13. In più la 23esima edizione del trofeo vinto dall’Atalanta ha messo, come sempre, in mostra diverse piccole stelline interessanti. Parliamo di ragazzi del 2006 e quindi la pazienza è la miglior virtù che dobbiamo avere ma sarà interessante in questi anni seguire il loro percorso di crescita.

Guardiamo in casa
Tra le 48 squadre protagoniste del Selis a fare bella figura è stato anche il Cagliari. I piccoli rossoblù allenati da Gigi Corellas sono stati eliminati ai quarti di finale, solo ai rigori, dalla Juventus. I sardi hanno comunque confermato le attese della vigilia: prima dell’inizio del Selis, infatti, erano considerati tra le possibili favorite. Anche perché gli stessi piccoli rossoblù avevano vinto a febbraio la Minsk Cup, altra competizione internazionale della categoria Under 13. Il giocatore più atteso, inutile nascondersi, era Manuel Conti. Il figlio di Daniele ha ereditato dal papà una buona visione di gioco e il senso per la coralità dell’azione. È un play votato al recupero e non è impossibile che nel tempo si trasformi anche in una mezzala moderna in grado di fare le due fasi.


Figura 1: I dati di Manuel in fase di playmaking al Selis

Manuel bada molto al sodo, predilige il passaggio corto per far muovere la squadra ma ha anche una buona attitudine nell’attacco diretto alla profondità per premiare i movimenti e i tagli dei compagni. Difficilmente lancia o butta il pallone, un aspetto molto interessante a quest’età. A mettere un po’ in ombra il Selis di Conti è stato l’attaccante Alessio Saba. Sette gol in cinque presenze per il numero 9 rossoblù. Si tratta di un mancino abile di testa e nell’attaccare direttamente la porta.


Figura 2: I dati delle conclusioni di Saba al Selis

 

Il figlio di Grosso
A stupire di più, soprattutto nella prima parte del torneo, è stato Filippo Grosso. Figlio del terzino campione del mondo Fabio, il numero 10 della Juventus è un giocatore diverso dal padre: trequartista, play alto e rifinitore dall’ottima visione di gioco e senso del passaggio. Anche lui, come gran parte dei giocatori di regia della sua età, gioca principalmente corto ma la sua costanza nel cambiare il campo con passaggi palla a terra ha messo più volte in difficoltà le difese che hanno trovato i bianconeri lungo il cammino del Selis. Praticamente solo destro ha un controllo orientato sempre molto preciso e utile alla successiva giocata. Dove deve migliorare? Non aiuta molto in fase di copertura e dovrà incrementare la sua incisività negli inserimenti e nelle conclusioni dopo aver dato un primo passaggio agli attaccanti. Ma se continua così il ragazzo si farà.

 


Figura 3: I dati sulla precisione di passaggio per Filippo Grosso

Questo è stato il Selis dei parenti illustri e nella fase a gironi molta dell’attenzione è stata presa da Ethan Mbappé. Come potete immaginare dal cognome si tratta del fratello minore di Kylian. Anche lui gioca nel PSG ma non fa l’attaccante. È una mezzala, più abile nel difendere, con doti da play. Al Selis è arrivato tra la curiosità generale e con l’etichetta di un piccolo fenomeno. In realtà al torneo gallurese ha fatto un po’ il compitino, sbagliando anche molti passaggi dove ha tenuto una media di precisione del 50%. Va detto che ha grandi letture di gioco in fase di non possesso, aspetto che gli permette di intercettare un sacco di palloni. Se la crescita fisica lo dovesse supportare non è da escludere che si trasformi in un centrocampista di rottura.

 

Il nuovo Papu
Il giocatore premiato come miglior prospetto del Selis è stato Andrea Bonanomi dell’Atalanta. Anche lui trequartista a Bergamo è considerato un piccolo Gomez. Non solo perché gioca nello stesso ruolo del Papu e perché lo ricorda fisicamente (è il più basso dei suoi) ma anche perché ha una capacità innata nell’ultimo passaggio. Abile nelle verticalizzazioni ma anche forte nel dribbling, nel primo controllo e ogni tanto si concede dei virtuosismi che ne impreziosiscono le giocate. Il suo gol contro la Fiorentina nei quarti di finale è una delle perle del Selis 2019.

 

Roberto Pinna

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