Quando alla frase “farsi trovare pronti” rispondono i fatti. Questo è stata la prestazione Stefano Turati al suo esordio in Serie A, niente poco di meno che allo Juventus Stadium, al cospetto della squadra pluricampione d’Italia e di Cristiano Ronaldo.
Milanese, alto 188 cm, classe 2001 e 18 anni appena compiuti, Stefano Turati al Sassuolo è già leader da sottoleva, essendo titolare nella squadra Primavera dalla stagione 2017/18.
In questa stagione ha giocato con la selezione Under 19 solo tre partite, essendo stato successivamente aggregato alla prima squadra di Mister De Zerbi.
Il nostro focus si è orientato su queste ed attraverso la metodologia ruolo-specifica Footure Lab ne abbiamo tracciato un profilo tecnico.
Cominciamo dall’attitudine generale, considerando la fase difensiva come difesa dello spazio e difesa della porta e la fase offensiva come partecipazione alla fase di possesso (trasmissione, ricezione, innesco transizioni). I dati non sono pura statistica, ma vengono elaborati a seconda di alcuni principi, come ad esempio la tipologia del gesto, l’esito e il coefficiente di difficoltà.
Attitudine generale di Turati
Dai dati prevale, come di norma, una maggiore attitudine difensiva; è da sottolineare però che la sua attitudine offensiva sia superiore alla media dei colleghi: questo sia grazie all’ampio coinvolgimento nella costruzione dinamica della manovra alla quale è chiamato dai compagni di squadra, sia dalla grande capacità di far ripartire rapidamente l’azione una volta recuperato il possesso della palla, in seguito ad una parata o ad un’uscita.
Iniziamo proprio dalle sue qualità in fase di possesso.
Sulla trasmissione statica (rinvio dal fondo, rinvio con le mani e rinvio palla in mano) c’è un grande equilibrio nelle scelte: cerca allo stesso modo la giocata corta e la giocata lunga, meno spesso ma non raramente la giocata media (trasmissione in zona laterale per scavalcare la prima linea di pressione avversaria). Dall’elaborazione dei dati emerge tuttavia una particolare efficacia nel rinvio lungo palla in mano, il quale viene effettuato nella maggior parte dei casi laterale (anche detto alla sudamericana), tecnica di calcio che, se correttamente eseguita, consente traiettorie più tese e precise.
Statistiche su trasmissione ed elaborazione dei dati del rinvio palla in mano
Nelle trasmissioni dinamiche (partecipazione alla costruzione del gioco con palla in movimento) si nota un grande coinvolgimento nella manovra, che però si esprime in buona parte dei casi con una giocata lunga; questa tuttavia viene eseguita con un ottimo livello di efficacia, raggiungendo in circa il 70% dei casi un compagno.
Esempio di ricezione e trasmissione in costruzione
Una precisazione doverosa è che i dati riguardanti la fase offensiva di un portiere sono chiaramente influenzati dal contesto collettivo: la strategia varia a seconda delle richieste del proprio tecnico e dell’atteggiamento dell’avversario in fase di pressing.
Il piede dominante è il destro, l’uso del sinistro è veramente sporadico.
La stragrande maggioranza delle ricezioni viene effettuata sul posto e sempre in assenza di pressione da parte dell’avversario: da questo si evince che nel momento in cui subisce una pressione predilige la giocata lunga di prima intenzione che comunque, come abbiamo visto in precedenza, esegue molto efficacemente.
In fase di non possesso dai dati elaborati si nota un sostanziale equilibrio nelle qualità di difesa dello spazio (uscite) e di difesa dello porta (parate).
Circa i 2/3 delle parate avvengono su conclusioni da dentro l’area, le restanti su conclusioni dalla media distanza (fra i 16 e i 25 metri).Emerge l’ottima qualità tecnica di Turati da un dato che è decisamente superiore alla media dei suoi colleghi: la parata in presa. Buona anche la qualità delle parate in deviazione.
La maggior parte degli interventi a difesa della porta viene effettuato in tuffo semplice, più raramente in tuffo con spinta o tuffo levagamba. Questo dato può avere una duplice lettura: quella che noi riteniamo corretta, in seguito alle nostre osservazioni, è che è un portiere dotato di ottimo senso della posizione, che effettua interventi potenzialmente complessi con grande naturalezza.
Elaborazione dati dell’efficacia parate (tipologia e modalità)
Parata decisiva di Stefano Turati (vs Roma Primavera)
Nel difendere lo spazio Turati predilige le uscite basse, seguite da quelle alte, cui si aggiungono rare situazioni di uscite fuori area.
Si tratta in tutti i casi di uscite in anticipo, che sono generalmente le più comuni, tutte con esito positivo. Dato il piccolo campione di partite analizzate risulta nella norma non essersi imbattuti nelle altre tipologie di uscite (in opposizione, a copertura, a contrasto).
Anche qui, come nelle parate, emerge la sua ottima qualità nel fondamentale della presa.
Tipologia ed elaborazione dati su efficacia difesa dello spazio
Uscita di Stefano Turati (Sassuolo – Genoa, Primavera 1)
Dalla analisi delle reti subite non emergono né mancati interventi né tanto meno errori gravi.
La maggior parte dei gol è stato subito da azione, da dentro l’area e di piede; è tuttavia di rilievo la percentuale di gol subiti di testa e su calcio piazzato indiretto, per i quali incide prevalentemente l’organizzazione difensiva collettiva e la capacità di marcamento dei compagni.
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Possiamo affermare, infine, grazie agli sportsdata da noi raccolti ed elaborati, che Stefano Turati sia un portiere dotato di un’ottima tecnica di base, tanto con le mani quanto con i piedi, nonché di un buon acume tattico. Questo gli consente spesso di trasformare gli interventi difensivi in transizioni offensive, facendo di lui un esempio perfetto di portiere moderno.
Renato Soletta / Pierpaolo Garau
Footure Lab – Goalkeeper Area